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  • mariannaiannotti

Il miracolo del respiro

Il respiro, il nostro amico silenzioso sin dalla nascita

La prima cosa di cui si accerta l’ostetrica nel momento stesso in cui veniamo al mondo è che sappiamo respirare, che sappiamo farlo bene, che sappiamo farlo da soli. E, per strani scherzi della biologia o per qualche imperscrutabile volere divino, vallo a capire, per rendersi conto di essere sani e pronti per il mondo, l’ostetrica di cui sopra, “trova le sue certezze” nel momento in cui il neonato inizia a piangere… Ma sono lacrime che valgono una intera vita.



Allo stesso modo il respiro ci accompagna insieme al battito cardiaco ad ogni passo della nostra esistenza. Dalla culla alla scuola, nel lavoro, nel divertimento, nei momenti belli e in quelli più cupi della nostra esistenza, il respiro è lì, amico silenzioso e discreto che ci aiuta ad andare sempre avanti.


Si tratta di un processo apparentemente semplice ed istintivo, ma che in realtà, come la maggior parte delle cose “semplici”, è talmente complesso che neppure una trattazione infinita sarebbe sufficiente, forse, a comprenderlo appieno.


Volendone dare una definizione più accurata, potremmo dire si tratti di un meccanismo dinamico che conduce, in una prima fase, ad uno scambio gassoso fra l’esterno e l’interno dell’organismo (ventilazione) per poi consentire l’assunzione di ossigeno da parte dello stesso, attraverso un processo di scambio fra i tessuti polmonari ed il sangue circolante (respirazione interna).


La nostra intera esistenza è influenzata dal modo in cui respiriamo, che ne siamo consapevoli o no e, allo stesso tempo, qualsiasi modifica del nostro stato emotivo o somatico si ripercuote immediatamente sulla quantità, sull’intensità o sulla qualità del respiro. Quanti di voi avranno sperimentato su se stessi o su persone vicine a sé come il respiro venga istantaneamente influenzato, per esempio, dall’insorgere di uno stato d’ansia o di tensione psichica, divenendo di colpo più affannoso e pesante?


Molti di voi probabilmente, per quanto interessati a questa lettura, continueranno a chiedersi cosa c’entri tutto ciò con l’osteopatia, bene non è difficile comprenderlo se si pensa all’organismo umano come un delicato meccanismo in cui la funzione di ogni singolo organo o apparato è collegata inscindibilmente a tutte altre.

Infatti, ritornando al concetto di respirazione come meccanismo complesso, le principali alterazioni del sistema respiratorio possono coinvolgere una o più delle strutture che ne entrano a far parte, ossia:

1) I polmoni;

2) La cassa toracica, a sua volta costituita da un insieme di ossa, muscoli respiratori ed articolazioni;

3) Il diaframma, principale muscolo respiratorio;


La componente nervosa

Gli stimoli che arrivano alla componente nervosa influenzandone l’attività, ossia: concentrazioni plasmatiche di ossigeno ed anidride carbonica, stimoli ormonali, stimoli emotivi, postura, livello di attività fisica.

Il ruolo delle alterazioni polmonari nell’influenzare le meccaniche respiratorie è abbastanza intuitivo ed è in molti casi legato a stati infiammatori, che caratterizzano la stragrande maggioranza delle malattie polmonari: dall’asma bronchiale, alla BPCO, ad altre patologie croniche; un’infiammazione prolungata e persistente determina variazioni nella composizione della struttura polmonare, con un suo progressivo irrigidimento, e conseguente limitazione dell’escursione polmonare durante la respirazione; ma l’infiammazione determina anche variazioni qualitative dell’epitelio di rivestimento bronchiale, che si ispessisce, ostacolando gli scambi gassosi.

Anche le alterazioni della cassa toracica influenzano fortemente la meccanica respiratoria: affinché la respirazione avvenga correttamente, infatti, è necessario che le strutture toraciche siano dotate del giusto livello di elasticità e distensibilità, che consenta loro di ampliarsi abbastanza da permettere una corretta inspirazione, ma non così tanto da renderla eccessiva o da ostacolare la successiva espirazione. Una cassa toracica eccessivamente contratta è meno elastica e può compromettere notevolmente la funzione respiratoria.

La componente nervosa, sopra meglio descritta, che si dirama all’interno di tutte queste strutture, partendo da stimoli ricevuti a livello somatico, ormonale, posturale, emotivo, può produrre, se alterata, importanti alterazioni della meccanica respiratoria.

Se, per esempio, una condizione di stress ed ansia costante determina un prolungato incremento, nel torrente circolatorio, di sostanze che promuovono l’infiammazione, primo fra tutto il cortisolo, ma anche delle cosiddette citochine infiammatorie, prevarrà una risposta nervosa tesa a maggior produzione di muco a livello bronchiale, con ostacolo agli scambi gassosi; inoltre, si verificherà broncocostrizione e, cronicamente, una progressiva deposizione di sostanze fibrose a livello polmonare, con riduzione dell’elasticità dei tessuti e compromissione della funzione respiratoria.

In ultimo, alterazioni muscolari a carico, per esempio, dei muscoli lombari o di altri muscoli della colonna vertebrale, a causa degli importanti rapporti anatomici di questi ultimi con il muscolo diaframma, ne influenzeranno inevitabilmente il livello medio di contrazione e, conseguentemente, avranno effetti notevoli sulle capacità respiratorie del soggetto.

Per tutte queste ragioni, la figura dell’osteopata, nell’ambito della propria professionalità e dei propri mezzi ed in sinergia e collaborazione con molti altri professionisti quali nutrizionisti, medici, psicologi, avrà un ruolo centrale nella promozione delle risorse che l’individuo già possiede ma che, spesso, non sa correttamente utilizzare, per condurlo gradualmente ad un cambiamento adattativo teso ad un miglioramento della qualità di vita.


Il "miracolo" del respiro sul lettino dell'osteopata

Ed è sempre per queste ragioni che, ogni volta, prima di operare su un paziente, a prescindere da quello che sarà il mio intervento, io sono lì ad accertarmi che lui o lei, trovi quella calma giusta per respirare, prendendosi il tempo giusto per farlo. A dirla tutta è come se tra me e il paziente nascesse una sorta di “accordatura”, come fanno gli strumenti di una orchestra prima di iniziare a suonare, dandosi il “la”, così anche io prima di iniziare ad intervenire meccanicamente sul corpo dei miei pazienti mi prendo il tempo di “allineare” il mio respiro insieme a loro. Ci si accorda, professionista e paziente, ma ci si accorda innanzitutto come persone. Respirare bene farà bene al paziente nell’imparare a ridurre quelle cattive abitudini che protratte nel tempo porteranno stadi infiammatori. Respirare farà bene a me per trovare quella concentrazione che serve per essere focalizzati al 100% su quel corpo e su quell’anima che ha bisogno del mio intervento di osteopata. Ci “accordiamo” respirando, lo facciamo col silenzio, ma lo facciamo spesso anche parlando. Serve tempo; serve il tempo che serve. Ma è un esercizio che crea intesa, che amplifica la fiducia, che in alcuni pazienti scalda il cuore (che male non fa) e, per tutti, porta ad una maggiore efficacia dell’intervento osteopatico. Io ne esco soddisfatta, e chi si è affidato a me sta meglio. Il miracolo del respiro!

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