Tempo fa mi è capitato di scrivere un pezzo, che in questo post viene ripreso, sul “diaframma, questo sconosciuto”. Ma attenzione! Nello scriverlo non penso che, a livello della gente comune, si ignori cosa sia il diaframma. Sono infatti convinta che “la persona tipo”, sappia più o meno dove si trova questo muscolo, ma, sono altrettanto sicura, pochissimi sapranno indicare cosa esattamente è, come funziona e quanto davvero è importante.
E non per una questione di “ignoranza diffusa”; semplicemente è normale un certo livello di dettaglio sia in dote agli addetti ai lavori, mentre tutti gli altri ne sanno il giusto.
A questo punto vi starete chiedendo, visto che addirittura ci ho voluto dedicare un post, perché è importante il diaframma in osteopatia. Ci arriverò, prima però fatemi dare alcune informazioni in più che ci servono ad inquadrare meglio il contesto.
Quasi tutti voi, soprattutto chi ha intrapreso percorsi a livello sportivo, di meditazione, ma anche cantanti, attori, e chiunque usi la respirazione a vari livelli e in diversi contesti, avrete sentito parlare ripetutamente del diaframma.
Il diaframma è il principale attore della meccanica respiratoria, il principale dei muscoli respiratori, e per la sua posizione centrale all’interno dell’organismo, per i suoi rapporti con gli organi e i tessuti circostanti, per la sua funzione di divisore delle cavità toracica e addominale, rappresenta il cardine di numerosissime attività dell’organismo stesso.
Il diaframma è, anatomicamente parlando, un grande muscolo a forma di cupola, con la convessità rivolta verso il torace e la concavità verso l’addome, posizionato a dividere queste due cavità, consentendo però il passaggio di alcune strutture fondamentali, quali l’esofago, la vena cava, l’aorta, le vene azygos ed emiazygos, il dotto toracico, il nervo frenico, i nervi splancnici ed alcune altre, attraverso alcuni fori di diverse dimensioni e forme.
E’ costituito da una parte centrale di natura tendinea e tre porzioni, chiamate “foglie”, di natura muscolare, che convergono verso il centro.
La sua contrazione, che avviene durante la fase inspiratoria, determina l’abbassamento della cupola verso l’addome, dove effettua una vera e propria funzione di “massaggio” e di spremitura dei visceri addominali, oltre che delle strutture che attraversano i fori diaframmatici: così, con la sua contrazione, il diaframma agevola, ad esempio, la peristalsi intestinale, ma anche la spremitura dei vasi che lo attraversano e dunque la circolazione arteriosa, venosa e linfatica, oltre allo svuotamento esofageo e la funzionalità urinaria; svolge un ruolo importante, inoltre, durante il parto facilitando, con la sua attività, l’espulsione del feto.
Al contrario, quando il diaframma si rilascia, la sua cupola torna verso l’alto, determinando una riduzione della tensione intraddominale e fornendo supporto agli organi collocati all’interno del torace, primo fra tutti il cuore.
Si comprende, così, la funzione essenziale del diaframma ed il motivo per cui alterazioni della sua funzionalità nel senso, per esempio, di una maggiore o minore tendenza alla contrazione, possano influenzare grandemente non soltanto, come ovvio, la funzione respiratoria, ma anche la funzionalità intestinale, urinaria, circolatoria, esofagea, oltre che consentire un miglior svolgimento del parto stesso, prevenendo lacerazioni e danni.
La maggior parte delle persone, tuttavia, in condizioni “normali”, utilizza una respirazione prevalentemente toracica, abbastanza superficiale, attraverso la quale il diaframma entra poco in funzione e, così, non possono essere messe a frutto tutte le sue funzioni benefiche nei confronti degli organi circostanti.
Non per nulla, il cardine di numerosissime discipline sportive, artistiche e spirituali è proprio l’acquisizione delle basi della respirazione diaframmatica, senza la quale ogni ulteriore esercizio sarebbe vano o persino controproducente.
In osteopatia, il ruolo del diaframma viene considerato fondamentale nell’insorgenza di moltissimi sintomi e condizioni patologiche: mi viene da pensare, prime fra tutte, alle lombalgie: di fatti, il diaframma, con il suo stato di tensione, a causa dei rapporti anatomici con i muscoli lombari, influenza notevolmente la postura e il livello di contrazione dei muscoli della regione lombosacrale, potendo giocare un ruolo attivo nell’insorgenza di queste condizioni dolorose e invalidanti.
Se il diaframma è in posizione troppo bassa, gli organi addominali non verranno più massaggiati, ma compressi, e ciò determinerà una loro disfunzione, che potrà manifestarsi a livello intestinale o urinario.
Se è troppo in tensione, il pericardio, foglietto viscerale che riveste il cuore, sarà a sua volta eccessivamente disteso, e la colonna vertebrale sarà troppo tesa; i polmoni faticheranno, in fase espiratoria, a svuotarsi completamente, e la respirazione diverrà più superficiale e incompleta.
L’osteopata, come figura professionale che parte dalle basi anatomiche e dalla conoscenza di specifiche manovre atte a ripristinarne le condizioni fisiologiche, potrà aiutare chiunque sia affetto da disturbi e condizioni pesantemente invalidanti, non con strategie puramente sintomatiche e palliative, ma mirando dritto alla causa del problema e ponendovi fine.
Le manovre osteopatiche non si limitano, quindi, a risolvere semplici “contratture” muscolari, ma possono apportare netti benefici alla forma fisica del paziente, ripristinando la normale funzionalità degli organi e dei tessuti.
La base imprescindibile del nostro lavoro, infatti, è la consapevolezza che tutti gli strumenti di cui abbiamo bisogno per stare bene sono già dentro di noi. E il respirare, e il farlo bene, è il primo di tutti gli strumenti. Poi possiamo parlare di mal di schiena e contratture, di sciatica e torcicollo, ma prima di questo, prima di manovrare meccanicamente ossa e muscoli per ridargli il loro allineamento naturale, prima di prendere antinfiammatori, troviamo il tempo di dare l’importanza allo sconosciuto di cui sopra, il diaframma. Lo abbiamo trascurato sin qui nella nostra vita? Sì, pazienza. Succede. Ma ora sappiamo quanto è importante, non trascuriamolo. E facciamolo non per amor di scienza ma semplicemente e prima di tutto per amor proprio. Prendersi cura di questo muscolo non visibile ai nostri occhi, a differenza ad esempio di quelli delle gambe e delle braccia, ci aiuterà a star bene. E sapete qual è la cosa più incredibile in tutto ciò? Che respirare “bene”, usando “correttamente” il diaframma ha effetti psico-fisici “IMMEDIATI” su di noi. Non costa nulla, porta solo benefici. Perché non provarci subito?
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